Comunicatori e giornalisti: pari opportunità anche nella Pubblica Amministrazione

Milano 6 agosto – Non facciamo confusione: la comunicazione non è informazione. Sono ambiti professionali distinti sia nella Pubblica Amministrazione che nel mercato privato.

Ma a quanto pare non è ancora chiaro per tutti.

La news è pubblicata nell’home del sito di ASR – https://stamparomana.it – ed è di poche righe: “Il Ministero per la Pubblica Istruzione ha preannunciato un bando nazionale al cui interno sono previste 7 posizioni da funzionario per la comunicazione e l’informazione, incurante della legge del giugno 2000 che obbliga le pubbliche amministrazioni a rivolgersi a iscritti all’albo dei giornalisti (professionisti o pubblicisti). Per questo motivo l’Associazione Stampa Romana ha ritenuto illegittimo l’avviso di bando e ne ha chiesto l’immediato ritiro diffidando il ministero a adempiere a formalizzazioni e operazioni di selezione per quanto riguarda il personale che dovrebbe occuparsi di comunicazione e informazione, ritenendo indispensabile un nuovo bando corretto. Che lo Stato ignori le leggi o le dimentichi in un momento così pesante per l’occupazione è un fatto molto grave”. Firmato Segreteria Associazione Stampa Romana.

Perché una diffida? La legge 150/2000 ha istituzionalizzato la Comunicazione pubblica, che viene riconosciuta esplicitamente dall’apparato normativo italiano. E all’art. 1 sono indicate le differenze tra comunicazione e informazione specificandone gli ambiti di azione e gli obiettivi di scopo.

Ma non solo. La legge 150/2000 che ormai ha più di 20 anni, è stata oggetto di un Tavolo voluto dall’ex Ministro Fabiana Dadone insediato presso la Funzione pubblica. Il Tavolo, durato più di un anno a cavallo della pandemia, ha coinvolto un Gruppo di Lavoro formato da giornalisti, comunicatori e università, ed ha prodotto un documento programmatico sulla riforma della legge sulla comunicazione pubblica in cui si precisano alcuni punti chiave:

….. la costituzione di un’Area unificata dedicata a comunicazione, informazione e servizi alla cittadinanza, in cui operino congiuntamente i profili del Comunicatore e del Giornalista….  Al giornalista sono ….assegnati l’analisi e il trattamento delle notizie di interesse dell’amministrazione, la redazione di testi e comunicati, i rapporti con i media, la cura di newsletter e pubblicazioni informative, il fact checking e ogni altra attività attinente al settore dell’informazione. Al comunicatore sono assegnati i rapporti con il cittadino, gli eventi, la pubblicità, l’editoria, le consultazioni pubbliche e la citizen satisfaction, la redazione delle carte dei servizi e dei bilanci per la rendicontazione sociale (accountability), la gestione di laboratori per la partecipazione civica, la comunicazione interna, la gestione del brand pubblico, le relazioni esterne e istituzionali, l’identità dell’Ente e la comunicazione internazionale ……

Si tratta di una proposta di riforma che definisce con precisione “chi fa che cosa” nell’ambito della comunicazione e dell’informazione nella Pubblica amministrazione.

Ma non è tutto.

Se nei bandi pubblici fino a poco tempo fa – per un’errata interpretazione della legge 150/2000 – erroneamente era previsto il requisito dell’obbligatorietà all’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti per funzioni anche di comunicazione esterna, interna, eventi e pubblicità, oggi non è più possibile anche grazie ad un intervento dell’Antitrust del 2019, conseguenza di un esposto formale di FERPI.  

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha accolto quell’esposto ed ha deciso di segnalare al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro per la Pubblica Amministrazione e all’Associazione Nazionale Comuni Italiani che l’applicazione della legge 150/2000, nell’imporre il requisito dell’iscrizione all’albo dei giornalisti per le attività della Comunicazione determina “… conseguenze negative sull’efficienza dei meccanismi di selezione e sulla qualità delle caratteristiche dei servizi offerti alla pubblica amministrazione”.

Che cosa ha comportato in concreto la comunicazione dell’Antitrust? La Pubblica Amministrazione, locale e centrale, dovrà ben applicare i dettami della legge 150/2000, riservando ai giornalisti iscritti all’Ordine solo quelle attività di specifica competenza giornalistica. E, al contempo, dovrà riservare le attività di Comunicazione e pubbliche relazioni ai professionisti del settore.

Questo è il contesto normativo attuale.

Ecco di nuovo la nostra domanda: perché una diffida?

Sarebbe auspicabile invece riuscire a dialogare allo stesso Tavolo, anche se dai lati opposti, sull’evoluzione delle professioni e sulle trasformazioni del mercato del lavoro.