INPGI: tagli non risolutivi e ipotesi irrealizzabili



La storia infinita continua.

La trama è sempre la stessa: le difficoltà dell’INPGI, L’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, aumentano non di anno in anno, ma di giorno in giorno, con perdite da capogiro. Causa: diminuiscono i contribuenti attivi – giornalisti assunti – e aumentano i pensionati, grazie anche – se non soprattutto – ai prepensionamenti consentiti dalle politiche di sostegno all’editoria.

La soluzione prospettata dai vertici INPGI, ripetuta a dispetto dell’evidenza, è l’allargamento della platea ad altre figure professionali, comunicatori, grafici, poligrafici, web master e chi più ne ha più ne metta. Allargamento che ha ricevuto opposizioni motivate e decise, non solo da parte dei lavoratori non giornalisti, ma anche dall’interno del mondo giornalistico.

Tre consiglieri di amministrazione di INPGI hanno diffuso un comunicato che abbiamo letto con grande attenzione. Un resoconto puntuale della riforma dei tagli a danno dei giornalisti che dimostra quanto ancora si è lontani da una soluzione concreta. Lo pubblichiamo integralmente all’unico scopo di contribuire a fare chiarezza.

Dopo quattro anni di proposte e controproposte, è improcrastinabile avviare un percorso rigoroso e corretto su questioni complesse, che non possono più ricevere risposte parziali e temporanee dalle Istituzioni.

Il tema del futuro dell’informazione è un nodo centrale che va affrontato dal Governo con tutti gli attori della “produzione di contenuti”, attraverso Tavoli Tecnici congiunti di rappresentanza di tutte le realtà coinvolte. Non si tratta di avviare una trattativa, di mettere in atto azioni a difesa di interessi di parte. Si tratta di trovare soluzioni in grado di garantire lo sviluppo dell’occupazione sana, di individuare nuovi modelli di lavoro, di interpretare e gestire le sfide del futuro della digitalizzazione. E non c’è più molto tempo.